Articolo su L’Arena del 29/6/2009
«Il banan velò riduce i pericoli sulle rotatorie»

lunedì 29 giugno 2009, di Alberto

Ricordiamo che uno dei quaderni tecnici della FIAB è dedicato proprio alla realizzazione di rotonde :
Alberto Marescotti - Martino Caranti - Girogirotonda La protezione dei ciclisti nelle rotatorie stradali


Articolo su L’Arena del 29/6/2009

«Un altro tragico esempio di quanto siano pericolose le rotonde per i ciclisti, eppure la soluzione per metterle in sicurezza esiste ed è a portata di mano». Paolo Fabbri, presidente degli Amici della bicicletta di Verona, interviene a margine dell’incidente avvenuto sulla rotonda di San Michele di Cologna Veneta che è costato la vita ad una donna in bicicletta, travolta da un autoarticolato mentre tornava a casa dopo aver fatto la spesa.

«Non compete a noi dare giudizi su quanto è accaduto, anche perché la dinamica del sinistro non appare ancora del tutto chiara», prosegue il presidente, «tuttavia è spiacevole notare che ormai a tanti anni di distanza dalla proliferazione dei rondò, che a certe condizioni aiutano effettivamente a fluidificare il traffico, non si sia ancora pensato alla sicurezza di pedoni e ciclisti, il cui rischio è considerato ancora poco più che un effetto collaterale». E riportas l’esempio della Francia: «Oltralpe vengono comunemente usati dei dispositivi chiamati banan velò che favoriscono l’entrata e l’uscita dei ciclisti dalla rotatoria separando per un breve tratto la loro traiettoria da quella dei mezzi motorizzati».

In pratica si tratta di piccole isole spartitraffico, poste all’ingresso e alle uscite del rondò, che aiutano gli autisti a capire le intenzioni del ciclista evitando che quest’ultimi vengano schiacciati in uscita o travolti in entrata dalla rotatoria. Le banan velò dovevano essere introdotte sulle rotonde della ciclabile di Lungadige Attiraglio, ma a seguito dei ripetuti ripensamenti sul progetto iniziale l’idea alla fine è stata abbandonata. L’uso di questi dispositivi richiede l’introduzione di un anello ciclabile all’interno della rotatoria, ragion per cui la soluzione è raccomandabile per rotatorie aventi un raggio almeno di 15 metri, altrimenti i mezzi pesanti rischiano di invadere la stessa ciclabile. Per tutti gli altri casi, comunque, esistono altre soluzioni parimenti efficaci.

«L’uso di questo dispositivo è ancora raro ma sarebbe bello», conclude Fabbri, «che fosse proprio Verona a dare il buon esempio trovando delle soluzioni per le sue rotatorie. Ad esempio su quella grande di San Michele, letteralmente impraticabile ai ciclisti, tanto è vero che molti dei lavoratori della vicina Aia che andavano al lavoro in bici, hanno ormai rinunciato a questa bella e sana abitudine».