Via i cancelli dalla ciclopista del Canale Camuzzoni

mercoledì 27 settembre 2006, di webmaster

Via i cancelli dalla ciclopista del Canale Camuzzoni
(e anche dalla ciclopista sulla ex ferrovia tra Golosine e Santa Lucia)


 1° PUNTATA

27.09.06  Ho scritto una lettera aperta a Zanotto per contestare le assurde barriere sulla ciclopista del Camuzzoni.
Visto che la lettera non esprime la posizione degli Amici della Bicicletta (almeno per ora), ma quella mia personale, l’ho pubblicata nel mio Blog (dove, se volete, potete anche lasciare dei commenti).
Stefano Gerosa, webmaster AdB



28.09.06 Massimo Muzzolon, del Direttivo AdB di Verona, sempre a titolo personale, scrive una lettera all’Arena e pubblicata sempre nel blog sopracitato (vedi commento numero 2) segnala che gli stessi cancelli sono stati posizionati anche nella ciclopista sulla ex ferrovia tra Golosine e Santa Lucia.

29.09.06Il Presidente Paolo Fabbri scrive una e-mail a tutti i soci
CANCELLETTI SULLE NUOVE PISTE CICLABILI
Alla vitalità che la nostra associazione continua a dimostrare, fanno purtroppo riscontro, accanto ad alcuni risultati positivi, molte prove di scarsa considerazione nei confronti dei ciclisti che alcuni tecnici comunali riescono, nonostante tutto, a produrre.
Sono migliorabili, ma sono decisamente fra i risultati positivi, la pista che ormai collega Montorio a Piazza Bra, la pista di via San Giacomo (se si realizzerà il collegamento centro B.go Roma lungo Basso Acquar), l’attraversamento di Viale Piave e la prosecuzione della pista verso Santa Teresa. La rete di piste che collega la quarta circoscrizione al centro. Lo sarebbero anche le piste sul Camuzzoni e sulla ex ferrovia Verona Bologna. Purtroppo i progettisti hanno pensato bene di infarcirle di pericolosi sbarramenti. Ci sono ben 10 strettissimi cancelletti nei due chilometri del Camuzzoni e 7 nei primi 500 metri della costosissima pista sulla ferrovia dismessa tra Santa Lucia e Golosine. Nelle intenzioni dei tecnici dovrebbero servire ad impedire l’accesso dei motorini e costringere i ciclisti a rallentare in prossimità degli incroci. Di fatto gli sbarramenti sono per lo più aggirabili e lontani dagli incroci. In compenso per superarli il ciclista deve armarsi di molta pazienza, fermarsi ripetutamente e compiere evoluzioni che diventano impegnative se trasporta un bimbo sul seggiolino o se ha delle borse agganciate al portapacchi o al manubrio. Guai se ci si incrocia in due o tre: si passa uno alla volta e si deve aspettare il turno. Un’agonia. Impossibile a Verona fare di meglio? Un esempio positivo c’è anche da noi: la pista appena inaugurata sul Biffis. Vedere per credere.


03.10.06 Massimo Muzzolon ci segnala che oggi sono stati rimossi i cancelli posizionati nella ciclopista sulla ex ferrovia tra Golosine e Santa Lucia. Attendiamo notizie su quelli del Camuzzoni.



2° PUNTATA 
dall’Arena - sabato 21 ottobre 2006 cronaca pag. 12
Gli Amici della bicicletta replicano a chi chiede barriere sulla pista di Golosine
Paletti pericolosi per i ciclisti

Fabbri: «Meglio installare gli archetti, come lungo il Biffis»
Gli amici della bicicletta contestano i residenti di Golosine e Santa Lucia che, nei giorni scorsi, si sono lamentati per la rimozione dei paletti che impedivano l’accesso alle auto sulla nuova pista ciclopedonale dell’ex linea ferroviaria. Alcuni abitanti e consiglieri della quarta Circoscrizione avevano sollevato il problema della pericolosità degli attraversamenti viari e sostenevano che le barriere rimosse pochi giorni prima dell’inaugurazione, oltre a rappresentare uno spreco di denaro pubblico, impedivano l’accesso indiscriminato alle automobili e ai motorini. Ma a mostrare il rovescio della medaglia ci pensa Paolo Fabbri, presidente dell’Associazione amici della bicicletta, che spiega: «Quel tipo di barriera costringeva i ciclisti a continui rallentamenti facendo venire meno la funzione della pista, che è quella di agevolare chi vuole utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto alternativo all’auto». E aggiunge: «Sette barriere in 500 metri, per nulla segnalate, non erano funzionali, anzi risultavano pericolose per via degli spigoli. Erano in pratica dei cancelletti che permettevano l’accesso a una sola persona per volta». Fabbri non si dice però contrario a una forma di protezione della pista dall’invasione di automobili e afferma: «Per impedire che le macchine transitino sulla pista sono sufficienti dei semplici archetti, come quelli installati sulla pista ciclabile del Biffis; questi permettono ai ciclisti e pedoni un facile transito e possono contenere anche il segnale di avviso dell’imminente incrocio». Secondo gli amici della bicicletta, infatti, è indispensabile rendere più sicuri gli attraversamenti ciclabili in prossimità dei crocevia con dissuasori di velocità e una segnaletica adatta. E ai residenti che sottolineavano il pericolo che i bambini, in assenza di barriere, finissero direttamente nell’incrocio con conseguenze fatali, Fabbri risponde: «Molto spesso si pensano e si progettano le ciclabili come luogo di scampagnata domenicale, mentre esse sono delle vere e proprie strade per le biciclette, non dei parchi gioco». E conclude: «È giusto che gli incroci siano resi sicuri anche per i bambini, ma non si possono percorrere ad occhi chiusi e va insegnato ai più piccoli come comportarsi sulla pista ciclabile proprio come si insegna ad andare per strada».
Giorgia Cozzolino
 


SLALOM GIGANTE

Avanzano, seppur molto lentamente secondo i parametri di noi cicloaccaniti, le piste ciclabili. Puntualmente infuria la polemica. Puntualmente il più grande quotidiano veronese - non riesco proprio a ricordarne il nome - chiarisce che gli amici della bicicletta sono incontentabili e capiscono molto poco di sicurezza stradale. Puntualmente il nostro Presidente e altri soci benemeriti sono costretti ad estenuanti repliche, in cui tentano di spiegare a tutti i veronesi cosa sia mai la ciclabilità.
A onor del vero la discussione è anche al nostro interno. L’argomento che tiene banco per settimane è: cancelletti sì o cancelletti no? Mi rendo conto che, posta così, la domanda risulta alquanto ostica e criptica. Beh, insomma, facciamola semplice, vuol dire incomprensibile. Quindi passo a parlar chiaro, prima che qualcuno dei miei tre lettori cominci a sbuffare.
E’ successo che il comune di Verona, in nome della sicurezza, abbia installato su due ciclabili, una a Santa Lucia, l’altra lungo il Camuzzoni, da Corso Milano al Chievo, degli splendidi cancelletti in ferro battuto che sembrano opera di Berto da Cogollo.
Peccato che gli spazi lasciati impedissero il passaggio a chiunque non possedesse una Graziella snodabile. Figuriamoci i possibili commenti dei cicloturisti teutonici che, provenienti dalle comode ciclostrade tedesche e austriache, si fossero avventurati - sventurati - lungo il Camuzzoni. Non oso pensare alle esclamazioni di stupore e di disappunto, per fortuna incomprensibili ai nostri teneri virgulti, ma immagino la tragica comicità di biciclette cariche di borse intrappolate tra un cancelletto e l’altro. Magari Verona e le sue ciclabili sarebbero finite sulla Suddeutsche Zeitung, ma non credo che questo avrebbe potuto fare inorgoglire il nostro borgomastro. Comunque, almeno in parte, la battaglia è stata vinta e sulla pista di Santa Lucia le barriere sono state sostituite da ben più funzionali paletti.
Sulla sicurezza dei cittadini nessuno di noi ha la ricetta vincente, ma se per inseguire il fantasma della perfezione si è costretti a bloccare il movimento, non c’è dubbio che sia meglio correre qualche pericolo. Dalla discussione vivacissima sorta al nostro interno e sfociata in una serata speciale di Direttivo, è maturata l’idea che - per coniugare ragionevole sicurezza e ragionevole movimento - sia sufficiente installare degli archetti in ferro del tipo di quelli montati sulla nuovissima ciclopista del Biffis, da Chievo a Bussolengo. Bastano a impedire il transito alle auto e ad avvisare i ciclisti del pericolo derivante da un incrocio. Non bastano per le moto, con le quali ce la dovremo vedere noi, con azioni dirette o chiedendo l’intervento dei vigili. I cancelletti, installati con un po’ di criterio, saranno necessari in rarissime situazioni di estremo pericolo.
Chi insiste a piazzarli ogni cento metri o giù di lì, o non ha capito a cosa servono le ciclabili e le considera una estensione dei parchi gioco, o… peggio. Qui, decisamente, mi fermo per paura di incorrere in querele.

Bepo Merlin