Articolo su L’Arena del 1/4/2009
«Strade più pericolose per pedoni e ciclisti»

mercoledì 1 aprile 2009, di Alberto

Articolo su L’Arena del 1/4/2009

VIABILITÀ E SICUREZZA. Gli Amici della bicicletta indicano le priorità per la città. Tra gli interventi urgenti anche nuove misure per contrastare il furto delle due ruote

Nell’ultimo anno, gli incidenti d’auto sono sensibilmente diminuiti. Un ottimo risultato, che non giova però a ciclisti e pedoni, che continuano a rappresentare gli utenti deboli della strada. E continuano a morire. A fronte di una diminuzione complessiva degli incidenti, i dati resi noti dal Comune lo scorso febbraio, indicano un aumento dei morti proprio tra queste due categorie.

Nel 2005, «solo» due pedoni e un ciclista hanno tragicamente interrotto la propria vita sull’asfalto. Nel 2008, invece, le vittime tra i ciclisti sono state cinque. Tre i pedoni travolti e uccisi. «Si tratta di una situazione allarmante, che necessita di una politica di interventi urgente, pianificata e condivisa», commenta Paolo Fabbri, presidente dell’associazione Amici della Bicicletta, che presenta al sindaco Flavio Tosi e agli assessori competenti una lista per punti, dettagliata, in cui elenca le priorità con cui affrontare la questione della mobilità. Innanzitutto, «serve un piano di monitoraggio e prevenzione, che parta dai dati di un osservatorio su traffico e incidenti. C’è bisogno di dati aggiornati sulla quantità, le circostanze, le cause e la localizzazione degli incidenti e sulla loro ripartizione», spiega Fabbri, che ribadisce la necessità di prevedere anche una rappresentanza dell’associazione, che conta quasi duemila iscritti, al tavolo della consulta sulla mobilità. «Tutti i provvedimenti che trattano il sistema bicicletta come se fosse isolato sono sostanzialmente inefficaci in quanto non è mai possibile separare del tutto il sistema mobilità ciclistica con quello di mobilità generale», aggiunge Donatella Miotto, vicepresidente dell’associazione.

Negli otto punti in cui gli Amici della bicicletta hanno elencato le priorità si legge che è da migliorare la sicurezza sui tragitti cittadini più frequentati dai ciclisti, anche attraverso un’apposita segnaletica che avvii chi si sposta sulle due ruote ai percorsi più convenienti e meno pericolosi. È necessario contrastare il furto delle bici e aumentare le zone con il limite dei trenta chilometri orari. Un capitolo a parte lo occupano invece le ciclabili. «Abbiamo bisogno di piste ciclabili di qualità, non che si interrompano proprio a ridosso dei punti più critici, come accade in lungadige Attiraglio, dove il percorso protetto si finisce in concomitanza delle tre rotonde», puntualizza Miotto. Tra le richieste dell’associazione, «inoltrate in un’ottica di collaborazione con l’amministrazione comunale e non certo di contrapposizione», tengono a precisare Fabbri e Miotto, anche alcune iniziative e campagne di sensibilizzazione, come «Occhio al ciclista» e «Ciclista illuminato». La prima è volta a migliorare il comportamento di chi si sposta in bici, attraverso la divulgazione di informazioni sulle buone pratiche da incentivare, la seconda ha invece l’obiettivo di migliorare la percezione dei ciclisti attraverso campagne informative rivolte a tutti gli utenti della strada.

«Siamo a completa disposizione per eventuali collaborazioni e iniziative portate avanti di comune accordo», aggiunge Fabbri. «Disincentivare l’uso della bicicletta, semplicemente bollandola come mezzo pericoloso nella nostra città non serve proprio a nessuno, anzi». Anche a fronte dei gravi pericoli che corrono i ciclisti, molte ricerche hanno infatti dimostrato che le aspettative di vita di chi sceglie di spostarsi a pedali sono comunque maggiori di chi usa l’auto: la sedentarietà uccide di più degli incidenti stradali.

«Inoltre, più ciclisti siamo, minori diventano anche i rischi e non solo. La crescita del traffico non motorizzato ha un effetto calmierante sulla pericolosità del traffico in genere», concludono.
I.N.