Articolo su L’Arena del 1/10/2009
Il pronto intervento viaggia in bicicletta

giovedì 1 ottobre 2009, di Alberto

Articolo su L’Arena del 1/10/2009

Bicicletta come mezzo di servizio più rapido ed efficiente dell’auto, nuova «frontiera» di una velocità determinata dalla facilità di spostamento anche in mezzo al traffico più caotico, là dove la due ruote è in grado di arrivare prima e più facilmente di una macchina, costretta a seguire percorsi tortuosi, col risultato di arrivare dopo l’agile ciclista. L’esempio più vistoso? Le ambulanze sulle due ruote. Le ha già sperimentate la Croce Verde di Verona proprio nel fine settimana appena passato, in occasione del Tocatì, quando, nella città affollata, le «ambulanze in bicicletta» hanno dimostrato tutta la loro validità.

Ma quello del pronto soccorso in bicicletta non è l’unico esempio che dimostra come, sempre di più, la bici si candidi ad essere scelta prioritaria per varie attività lavorative di servizio, come soluzione più veloce. In bicicletta infatti a Verona si muovono anche i vigili, e con la bici si sposta pure la polizia di Stato (a Parigi viaggia anche con i pattini). In bici si aggirano gli accertatori della sosta e non è certo una novità che usano le due ruote sia i postini sia vari corrieri espressi di agenzie private, come tutti coloro che distribuiscono volantini e pubblicità porta a porta. Certo l’ambulanza in bicicletta fa più effetto, anche perché è una novità.

«Il Tocatì è stata l’occasione per l’inaugurazione ufficiale dei nuovi mezzi di soccorso», ha spiegato il responsabile del nuovo servizio varato dalla Croce Verde, Davide De Petris. «Si tratta di mountain bike attrezzate con tutti i presidi per il primo soccorso e la rianimazione, defibrillatore semiautomatico compreso, e segnali luminosi e sonori per farsi largo tra la folla. Sono pensate infatti proprio per prestare il primo aiuto in casi di manifestazioni molto affollate, in parti della città dove per forza di cose l’ambulanza vera impiega un tempo maggiore ad arrivare. Intanto così il soccorritore che si sposta in bicicletta è in grado di fornire i primi aiuti a chi sta male, che spesso sono fondamentali proprio nella misura in cui sono tempestivi. Si tratta di valutare la condizione del paziente e stabilizzarlo, poi l’arrivo dell’ambulanza e il trasporto in ospedale arrivano in un secondo momento. Già nelle tre giornate del Tocatì abbiamo effettuato con sei biciclette attrezzate sette interventi, tutte patologie lievi, sia traumatiche che mediche: cioè qualche malore e alcune distorsioni».

Più abituati siamo invece a vedere sfrecciare in bicicletta vigili e poliziotti. Così come i corrieri espressi, che però in Italia non sono ancora veloci come in altri Paesi europei. Per esempio a Londra sono state realizzate biciclette particolari per questo servizio, che hanno la pedaliera rialzata (un po’ come nelle bici da pista) per consentire al ciclista di pedalare anche in curva: davvero a tutta birra. E soprattutto, accesso consentito dove tutti gli altri mezzi non possono entrare, il che costituisce la vera arma vincente della bicicletta.

Tra le tendenze che stanno prendendo piede e che sono indicative di una sempre maggiore diffusione delle due ruote, c’è quella delle guide turistiche in bicicletta. La Fiab (Federazione amici della bicicletta) di Verona dovrebbe avviare nel 2010 proprio il primo corso per guide turiste on the bike, veri professionisti del viaggio sui pedali. «In Italia ancora non esiste, ma sono pronto a scommettere che presto arriverà anche da noi. A Berlino è già molto diffuso, con pieno successo. Si tratta del taxi in bicicletta, una sorta di vecchio risciò tipo Estremo Oriente, che ha, ancora una volta, il vantaggio della facilità di spostamento anche in mezzo al traffico più caotico e la possibilità di arrivare in zone centralissime, interdette al traffico automobilistico». Parola di Paolo Fabbri, presidente della federazione veronese degli Amici della bicicletta. Fabbri è convinto che dopo l’ambulanza in bicicletta, che pure già esisteva all’estero, per esempio a Londra, anche questa nuova soluzione del taxi sulle due ruote sbarcherà nel nostro Paese. Ma aggiunge anche qualche considerazione di fondo sulla struttura della realtà urbana scaligera e sulla possibilità che questi casi diventino «norma» e non rimangano sporadici tentativi da guardare con curiosità. «Verona ha una struttura particolarmente adatta agli spostamenti di tipo quotidiano in bicicletta, spostamenti per attività di lavoro, intendo dire», spiega Fabbri. «È necessario però che alle biciclette venga consentito di muoversi in maniera davvero vantaggiosa, cioè che non vengano costrette a seguire gli stessi tragitti delle automobili o dei motorini, ma per esempio (lo diciamo da tempo) che possano percorrere dei tratti contromano e soprattutto possano utilizzare le corsie preferenziali come bus e taxi. Non si tratta insomma tanto di fare piste ciclabili, ma di attuare semplici accorgimenti che rendano la scelta della bici veramente vantaggiosa».

Intanto è Roma a vincere la corsa agli ecoincentivi per le biciclette varati solo venerdì scorso dal ministero dell’Ambiente per 7,7 milioni di euro che hanno portato, a livello nazionale, alla vendita di 57.000 mezzi a due ruote. La capitale chiude con 1.591 bici e biciclette a pedalata assistita acquistate in soli quattro giorni, seguita da Milano (1.284) e Rimini (1.144). Più distaccate troviamo Torino con 827, Brescia (583), Parma (574), Forlì (538), Firenze e Verona (465 bici ciascuna)

Alessandra Galetto