Assemblea pubblica del 6 dicembre
via Ghetto: com’è andata

lunedì 10 dicembre 2007, di lupoinbici

Avevamo annunciato (vedi link) l’Assemblea pubblica per valutare la possibilità di sopprimere la pista.

Ecco la cronaca della serata

Serata animata in via Ghetto, nella sede della quarta circoscrizione, con botta e risposta al vetriolo tra il fronte anti ciclabile e quello pro. L’assemblea è stata indetta dalla maggioranza del Consiglio circoscrizionale, che vorrebbe abolire il percorso forte di duecento firme raccolte tra i commercianti, che la ritengono malfatta, caotica, conflittuale con i movimenti di residenti e automobilisti di passaggio e pericolosa pure per i ciclisti per via dei numerosi passi carrai (Cesiolo docet) e delle borchie (sorta di cerchioni che delimitano il percorso) che mettono a rischio la stabilità di chi pedala.

L’applausometro ha segnalato il predominio del fronte ciclisti, intervenuti a raffica per difendere l’utilità della ciclabile.
Un residente, G. V., ha ricordato a chi vorrebbe fare parcheggi al posto della ciclabile che, secondo il codice della strada, sul lato sinistro non si può sostare: ad attestarlo è una multa che lui ha preso 15 anni fa proprio per quel motivo.

Sul fronte opposto un certo M. , tacciando di "sinistroide" qualche esponente di idee opposte, continuava a sventolare le duecento firme dei contrari, mentre un paio di negozianti sottolineavano l’inutilità della pista, a loro dire semideserta. Immediata la replica dal fronte pro ciclabili: qualcuno ha rammentato che a favore del percorso, a suo tempo, di firme ne sono state raccolte altrettante.

P. S., altro abitante di via Ghetto, ha aggiunto che è il parcheggio realizzato all’imbocco che non va bene, perché è in mezzo alla strada.

Quello che va fatto, hanno concordato in molti, è migliorare la pista, non toglierla, altrimenti si tornerebbe al caos di 15 anni fa, tra sosta selvaggia, auto a velocità supersonica e strada degradata.

G. L., altro abitante di Santa Lucia, ha buttato lì un’altra ipotesi: se proprio la ciclabile è ritenuta uno scempio (così l’hanno definita i detrattori), allora prima se ne progetti una sostitutiva e poi si tolga. E` intervenuto quindi l’ex presidente di circoscrizione Carlo Badalini, spiegando le motivazioni che hanno condotto alla realizzazione della pista (riqualificazione e riordino della zona) e i conseguenti effetti positivi: gli automobilisti sono costretti ad andare più piano e i marciapiedi sono finalmente sgombri da auto in sosta vietata. Quello che manca è un controllo della polizia urbana (forse gli agenti sono troppo occupati con via Cesiolo) che impedisca agli automobilisti di parcheggiare in mezzo al percorso, vero intoppo e causa di continui conflitti tra veicoli.

L’assessore Enrico Corsi ha cercato di mantenere una posizione super partes, chiarendo che nulla è stato deciso e che lui si muoverà solo su richiesta formale del Consiglio, che dovrà esprimere un parere con regolare votazione. Due, a suo avviso, le strade da seguire: cancellare il percorso, se la maggioranza circoscrizionale lo ritiene inutile, o procedere a realizzare le migliorie necessarie a una ciclabile realizzata male e con soluzioni discutibili. Perché – e questa era la morale del discorso – il centrosinistra di Zanotto in cinque anni ha fatto poche piste e fatte male, al contrario dell’assessore che nei suoi anni di amministratore rionale ne ha fatte tante e ad opera d’arte.

Avvertimento finale: dimostrerà a chi vuol far passare la giunta Tosi come quella che toglie le ciclabili (chiaro il riferimento agli Amici della Bicicletta) che, alla fine del mandato, ne avrà portate a termine molte di più rispetto a Zanotto e con soluzioni avveniristiche, mai viste sul suolo scaligero.