lunedì 24 marzo 2008, di Alberto
Marco vive e lavora da 5 anni a Edimburgo. Ricorda volentieri i tempi in cui si spostava a Verona facilmente in bicicletta. Non con una bicicletta qualsiasi, una bici che ha una storia. |
La Giallona: dal fosso a ... Edimburgo |
«Quando sei in bici gli estranei ti trattano diversamente … meglio».
"Vedendo Mark in TV entrare a Parigi sulla sua bici, ho avuto un flashback, un ricordo fortissimo, di quando andavo a scuola di inglese il mercoledi sera a Verona. Il ricordo era vivo e sono voluto uscire di casa a controllare la bici." "L’ho trovata arrugginita, con le ruote a terra e la gomma dei coppertoni così rovinata. Mi è dispiaciuto e ho sentito la mancanza di quelle sere di tarda primavera quando affrontava la strada per andare a scuola. Era più di 10 anni fa: ricordo che partivo alle 6 e mezza per arrivare alle 7 e mezza alla lezione. Così tanto ci mettevo ? Sì, ero lento e me la prendevo con comoda. Poi non c’era la pista ciclabile e si doveva stare molto, molto attenti... Non avevo il caschetto, non avevo nessuna lampadina a pile. Sono i fanali alimentati dalla solita rumorosa dinamo. Ovviamente, non c’era nessun giubbino tecnico, ma quello rigorosamente di jeans ..." "Ma come mai ci andavo in bici ? Me lo ricordo bene. Era per il senso di libertà, l’aria che ti colpisce in viso, i profumi diversi di erba di campo e di acqua quando si raggiungevano i campi dopo Palazzina o quando si superava il canale prima delle Giare. Poi c’era il fascino della pedalata notturna al rientro, con la flebile luce del fanale ... la salita del cavalcavia della Palazzina e la discesa verso San Giovanni con la dinamo... che sembrava dovesse partire come un razzo... la gioia di aver compiuto una piccola impresa" "Povera Giallona ! Devo assolutamente rimetterla a posto ..." "Chissà quante sensazioni e momenti memorabili Mark ha potuto sperimentare ! Però ci sono emozioni indimenticabili che si possono godere anche senza fare il giro del mondo !" |