Bike To SchoolEl canton del Bepo

Pedala coi lupi

El canton del Bepo - Ruotalibera 155

– «Guarda Ivan, un John Deere, anzi, sono due!» – «Sì, Stefano, sono due e la trincia è una Claas!» I due ragazzini di terza, di Velo Veronese, si fanno prendere dall’entusiasmo alla vista di macchinari agricoli che fanno parte del loro vissuto quotidiano. Sono figli di allevatori e produttori di formaggi e salumi della montagna veronese. Perché Velo, come ben sanno i veronesi, è un comune situato a più di mille metri di altezza sulle montagne di Verona. I ragazzi che frequentano Villa Buri nell’ambito del progetto regionale MuoverSì, finalizzato a promuovere l’importanza del movimento per la salute degli individui, sono tutti meravigliosi. Arrivano dalla città e dalla provincia, anche se dal colore della pelle si direbbe che vengano da tutto il mondo, e quando vedono le biciclette ben allineate sul prato diventa difficile, per noi volontari FIAB, tenerli un quarto d’ora a parlare di codice della strada e di mobilità dolce.

Ma torniamo ai ragazzi di Velo.
Stefano è chiacchierone come me e mi si è incollato alla ruota, primo di una fila ininterrotta e ordinata di una ventina di bambini e bambine che a stento arrivano a stare in sella a biciclette un po’ troppo alte per loro, ma mantengono con disinvoltura i 17 Km orari per circa dieci chilometri di ciclabile. Anzi Stefano mi chiede di aumentare l’andatura: – «Tanto qui è tutto piano, non come a Velo che è tutto su e giù». Poi, provocato dalla mia conoscenza dei luoghi (e anche dei trattori…) mi racconta tutto dell’azienda, dei lupi che infestano la montagna e delle sue attività sportive (fondo, skiroll e bicicletta). – «Con mio zio sono stato in Mountain bike fino al Parparo e poi sul Malera e ritorno». Resto ammutolito. Cade così, miseramente, una delle tante scuse per non andare in bicicletta “Nella mia città ci sono troppi saliscendi”. Andate a dirlo ai ragazzi di Velo.

(da Ruotalibera 155 – novembre/dicembre 2017)

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima dell'attuale Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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