
Sono legato a Soave, la bella città murata dove si produce uno dei vini bianchi più famosi e buoni d’Italia, da almeno due vicende familiari. Mia nonna paterna, Elisabetta, faceva Soave di cognome e i suoi antenati venivano proprio da quella località. Maria, mia suocera, invece, fu allevata dai nonni proprio a Soave e là, ogni anno l’uno di novembre, ci faceva andare (prima che dai suoi genitori a Marcellise) per pregare sulla tomba dei suoi nonni. Ma è chiaro che non sono qui a raccontarvi la storia della mia vita. Quello di cui voglio parlare, ovviamente, è qualcosa di legato alla bicicletta. Anzi, è un uomo e un’associazione da lui fondata.
Venerdì 20 settembre scorso, ho sostituito il nostro presidente Corrado alla cerimonia per l’assegnazione della bandiera gialla di FIAB, che riconosce Soave come Comune Ciclabile. La serata è stata molto ben organizzata e condotta da tre “promotori della mobilità ciclistica”, diplomati nel corso promosso dal nostro Marco Passigato presso l’Università di Verona. Silvia Camon ha presentato egregiamente la serata, Stefano Colombo ha documentato l’evento con le sue foto e Susanna Bricca, dell’Associazione Wine Bike Loop è stata colei che ha convinto il Comune, con la collaborazione di Guido Guariento del Gruppo Ciclisti Soave, ad aderire all’iniziativa di FIAB. La serata, oltre ai discorsi della rappresentante del Comune e alla mia “omelia” a favore della bicicletta e del cicloturismo, prevedeva anche la presentazione della particolare esperienza dei ciclisti ambientalisti dell’Associazione Raccoglitori di inciviltà altrui, di Montagnana.
L’anima, nonché fondatore dell’Associazione, è Luciano Strabello.
Luciano è un vulcano di idee ed è sempre in piena attività.
Di lui e della sua idea, che ho trovato entusiasmante, voglio parlarvi in quest articolo.
Prima di dedicarsi quasi completamente al volontariato, Luciano aveva avuto una vita normale, da artigiano del legno, che volutamente ha scelto di non ingrandire la sua attività, per poter dare spazio anche alla vita, alla famiglia e alle sue passioni. A 22 anni si era messo in proprio e da quella esperienza, costruire mobili su misura, ha imparato a trovare soluzioni per i problemi che si presentavano ogni giorno. Da allora non ha mai smesso di cercare soluzioni.
Nato a Montagnana 68 anni fa e lì residente, Luciano è un giovanotto, nello spirito ma anche nel fisico. Appassionato da sempre alla bicicletta, con la sua splendida gravel affronta percorsi impegnativi, anche con mille o duemila metri di dislivello. Tuttavia, anche le gite in bicicletta non sono l’unico scopo della sua vita, anzi. Ad esempio, ama scrivere poesie, in italiano e anche in dialetto e, avendone sentite alcune, direi che non sono per niente banali.
Luciano, come tanti di noi, usa quasi sempre la bicicletta per spostarsi e così, andando lentamente, ha modo di vedere, oltre alle bellezze naturali della campagna e dei vicini Colli Euganei, oltre allo splendore medievale della sua Montagnana, anche le tante immondizie abbandonate lungo la strada, nei corsi d’acqua e tra l’erba degli argini. Decide allora, senza tante parole, di fare qualcosa di concreto per ripulire l’ambiente. Così, grazie alla sua abilità di falegname e alla sua passione per la bicicletta, si costruisce un carrettino, che chiama Leggenda, lo dipinge a colori vivaci, lo aggancia ad una bicicletta e comincia ad andare in giro a raccogliere le immondizie.
Quelli che lo vedono, subito non capiscono. Poi la sua caparbietà vince la loro perplessità e, pian piano, aumentano coloro che lo imitano, fino a diventare una flottiglia.
Nei suoi numerosi incontri pubblici, Luciano confida di essersi ispirato alla storia del colibrì che, per cercare di spegnere l’incendio della foresta si era messo a portare le poche gocce d’acqua che poteva, col suo becco, e a farle cadere sulle fiamme, contrariamente agli altri animali che fuggivano. Fare quel poco che si può è sempre meglio di niente. Aggiungiamoci che l’esempio è stato contagioso e, quindi, le poche gocce sono diventate parecchi secchi.
L’adesione di così tante persone al progetto di Luciano ha portato alla nascita di una associazione, Raccoglitori di inciviltà altrui, i cui scopi sono, via via, diventati molteplici. Il primo, per non fare solo chiacchiere, è quello di ripulire strade e corsi d’acqua dai tanti rifiuti, che vengono dispersi nell’ambiente ogni giorno, e portarli nei cassonetti appositi. Ma poi, forse ancora più importante, è arrivata la consapevolezza che pulire l’ambiente non è sufficiente, se non si fa anche prevenzione. E la prevenzione si fa educando le persone. Questa azione si fa sia direttamente che indirettamente. L’esempio è importantissimo e i cittadini che vedono i volontari pulire i fossi, le strade e le piazze si pongono delle domande.
Ma anche l’esempio non è sufficiente, serve anche educare le nuove generazioni a comportamenti più ecologici. Così Luciano e i suoi amici vanno in giro per le scuole della zona a incontrare i ragazzi. Naturalmente previo accordo con i Dirigenti scolastici. Questa è l’attività più gratificante e più produttiva. Se i ragazzi diventeranno più coscienti e più rispettosi dell’ambiente, in futuro non ci sarà più bisogno di andare a raccogliere immondizie. Particolare impegno viene dedicato alla raccolta delle cicche di sigaretta, non solo brutte da vedere, soprattutto in città, ma anche altamente inquinanti.
L’entusiasmo e la capacità di coinvolgimento di Luciano hanno convinto anche gruppi di altre località italiane, tanto che oggi esiste una sezione di Raccoglitori di inciviltà persino in Sardegna.
Lo spazio a mia disposizione è limitato e non posso aggiungere molto altro a quanto ho sinteticamente scritto sopra. Mi preme, però, dirvi che Luciano sarà con noi, in sede, venerdì 31 gennaio 2025, alle 20,45 per presentarci l’attività della sua Associazione e per mostrarci il video dell’avventuroso viaggio da Montagnana a Capo Nord con tre amici. Un viaggio, naturalmente, non pensato come semplice impresa ciclistica bensì finalizzato a vedere il livello di civiltà raggiunto dagli altri popoli europei. Con qualche sorpresa.
Luciano Strabello in rete: https://www.raccoglitoriinciviltaaltrui.it/
La me botega
Do machine e na sega.
A gera on putin
co gò fato el primo comodin.
Li dentro quanti mobiletti,
ghe no fato par i siori
e par i poareti
e sti ultimi che i sia benedeti
parché i primi i xe
on po’ maledeti.
Me ricordo dei salti mortali
par pagar le cambiali
e me ricordo de me papà
che sempre vissi nel me xe sta.
Da alora poco gnente dentro
xe cambià,
a parte mi che son
on po’ imbiancà
Mi e la me botega, sempre picoli
i ghemo fati
i passetti, parché poareti
xe meio restarghe
che deventarghe.
E co saremo da pension,
on giro de ciave e de spale
on strucon.
(da Ruotalibera 184 – gennaio-aprile 2025)