Avventure e… disavventure in Val Pusteria
Quattro giorni a Dobbiaco alla scoperta delle ciclopiste della Val Pusteria. Un bell’albergo, con saune e vasca Jacuzzi a disposizione, da dove partire per tappe “a margherita”. La proposta era troppo allettante.
Era diventata ormai una tradizione, per un gruppetto di soci FIAB di Isola della Scala, ritrovarsi ogni anno verso la fine della primavera per una breve vacanza in bicicletta alla scoperta di posti noti e meno noti in Italia o anche oltre i confini. Quest’anno sembrava che, per diverse ragioni, l’appuntamento sarebbe saltato. All’ultimo momento però è arrivata la proposta di Cristina e Fiorenzo: andiamo in Val Pusteria. Come rifiutare? Cosi, in quattro coppie (altre purtroppo hanno dato forfait) ci siamo detti entusiasti della nuova avventura. Fiorenzo aveva studiato nei minimi particolari i percorsi delle quattro giornate: Cortina, Misurina, Anterselva per finire con una puntata in Austria.
Per me e Adriana il primo intoppo è capitato alla partenza (recriminazioni o… colpo di fortuna?), fatto sta che, per un impegno improvviso, non siamo potuti partire assieme agli altri. “Se facciamo in tempo, vi raggiungeremo; altrimenti andate a Cortina senza di noi”. Alle 11 i nostri amici erano già in sella e noi ancora all’altezza di Trento. Cortina cancellata. Anche perché, arrivati all’albergo, piovigginava. Così, scaricate le valigie, abbiamo proseguito in macchina sino al vicino lago di Braies. Una volta arrivati, col cielo imbronciato ma senza pioggia, abbiamo fatto un giro in barca. Scelta azzeccata: lo spettacolo delle montagne visto dal centro del lago è molto più suggestivo e Adriana ha potuto dare un saggio della sua improvvisata e inaspettata abilità remiera (diceva che non aveva molta dimestichezza con quei remi) facendo un approdo perfetto in mezzo al caos creato dalle altre imbarcazioni.
Sulla strada del ritorno, dopo molti tentativi, siamo riusciti a contattare telefonicamente gli altri del gruppetto. A Cortina pioveva a dirotto e faceva freddo e così si erano separati: Paola e Fiorenzo incuranti della pioggia avevano deciso di tornare in bici; Gianni e Claudio erano saliti sul pullman per Dobbiaco con l’intenzione di prendere le auto e tornare poi a caricare Cristina e Tiziana e le biciclette. La stazione degli autobus distava almeno due chilometri dall’albergo e noi ci siamo subito recati lì nel tentativo di risparmiare loro almeno la camminata. Il pullman era già arrivato ma dei nostri amici nessuna traccia. Tornando indietro li abbiamo raccolti a poche centinaia di metri dall’hotel. Per somma sfortuna quando noi stavamo andando verso la stazione loro si trovavano in un sottopasso così non li avevamo visti. Sauna e Jacuzzi poi finalmente tutti insieme a cena. Della loro pedalata… meglio non parlare.
Il secondo giorno si va a Misurina e i nostri compagni ripetono, questa volta con il sole, parte del percorso fatto il giorno precedente. Una pedalata in un mare di colori che nulla avevano da invidiare all’arcobaleno, con il lago di Dobbiaco e il lago di Landro a fare da specchio raddoppiandone la bellezza. E sotto lo sguardo severo delle tre Cime di Lavaredo le signore non hanno resistito all’attrattiva dei fiori. Pochi passi ed eccole sedute sul prato tenendosi per mano in un quadro che poteva avere la firma di Renoir. Nessun problema sul tracciato sempre piacevole e non difficile della vecchia ferrovia. Poi però abbiamo dovuto affrontare la deviazione verso Misurina: sei chilometri di salita spesso con pendenze ragguardevoli, superati da decine e decine di veicoli. E finalmente il lago, quando batterie e gambe davano ormai evidenti segni di stanchezza.
Ma non potevamo mancare il giro in bicicletta dello specchio d’acqua per scoprire ancora le tre cime di Lavaredo da tutto un altro punto di vista. Un rapido ristoro e al momento della partenza per il ritorno, qualche goccia e nuvole nere in avvicinamento. Ci è venuta in aiuto la velocissima discesa – i tachimetri hanno superato i 50 all’ora – che ci ha permesso di lasciare il temporale alle spalle e completare senza bagnarci i 60 km previsti.
Il terzo giorno doveva essere dedicato ad Anterselva e al suo laghetto. Le previsioni atmosferiche per la zona erano pessime, le nuvole in lontananza facevano paura e la distanza (70 km andata e ritorno) consigliava di puntare su un altro itinerario. Breve consulto e la scelta è stata di non allontanarci troppo e andare al lago di Braies. Adriana ed io, essendoci stati due giorni prima, avevamo qualche perplessità. Sbagliatissimo. Arrivarci in auto vuol dire traffico, ricerca del parcheggio – naturalmente a pagamento – e poi camminata per arrivare sulle rive. In bicicletta scopri un bellissimo percorso in mezzo ai boschi, attraverso mini paesetti e parcheggi gratis a pochi metri dal lago. Irresistibile la passeggiata lungo le sponde. Risparmiati ancora una volta dalla pioggia, tornati a Dobbiaco ci siamo concessi un po’ di relax e un gelato nel piazzale della chiesa parrocchiale. Un’occhiata all’interno ci ha permesso di scoprire uno spettacolare arredamento barocco, ricchissimo ma dai colori tenui che contribuiscono in maniera determinante ad alleggerire la pesantezza dello stile.
Ultimo giorno puntata in Austria, percorrendo il primo tratto della famosa ciclovia Dobbiaco-Lienz. Perfetta, facile, con il mormorio della Drava che accompagna il ritmo della pedalata. Dopo la sosta a Sillian, dominata dal suo possente castello, d’obbligo la visita alla vicina fabbrica della Loacker, raggiungibile direttamente dalla pista ciclabile. Dolce conclusione di una vacanza improvvisata ma che ad ognuno di noi ha fatto un regalo: essere partecipe privilegiato degli eccezionali spettacoli che il palcoscenico della natura sa offrire…
di Adalberto Minazzi
(da Ruotalibera 179 – luglio-settembre 2023)