Biciclette sostanzialmente stabili, ma quante auto!
Alla stabilità degli ultimi anni corrisponde una forte flessione rispetto alle medie ante 2014
A settembre, puntuale come sempre da oltre quindici anni, FIAB Verona “conta i ciclisti”. Lo fa in modo “artigianale”, senza pretesa di dare un valore scientifico alla rilevazione, ma con l’impegno di rappresentare la realtà fotografata con un certo rigore e secondo principi di continuità statistica. Per questo contiamo sempre nel medesimo periodo (durante la Settimana Europea della Mobilità), in un giorno infrasettimanale (lunedì e venerdì esclusi), negli stessi orari e agli stessi punti di accesso (i ponti e i varchi di ingresso alla Città). I dati rilevati sono quindi comparabili e, una volta interpretati, appianando alcuni picchi dovuti a fattori esterni (principalmente metereologici), raccontano sempre qualcosa di interessante. Vediamo quindi che cosa ci dicono quest’anno.
La rilevazione 2021 ha avuto luogo martedì 21 settembre, in una giornata meno “estiva” delle settimane che l’hanno preceduta, ma dal clima pur sempre mite e soleggiato. I passaggi complessivi, misurati dalle 7:00 alle 9:30 ai nove varchi consueti, sono stati 5.016, 422 in meno (un calo dell’8%) rispetto ai 5.438 dello scorso anno. Il varco più frequentato resta quello di Castelvecchio (778 passaggi, -6%), seguito dai Portoni della Bra (725, -5%) e da Viale Piave (693, -15%). Alcuni cali, in termini percentuali, sono ancora più pesanti (Corso Milano -18% e Ponte della Vittoria, -15%). Salgono, ma in modo quasi irrilevante, i ponti Aleardi (+15 passaggi, il 5%), Nuovo (+10, 2%) e Garibaldi (+7, 1%).
Lo scorso anno ci eravamo rallegrati per un significativo balzo in avanti (+735, il 27%) rispetto al 2019. Al di là della giornata dal clima stupendo, che sicuramente aveva contribuito a mantenere il numero dei concittadini ciclisti sui livelli estivi, dobbiamo tener conto che l’uscita dall’emergenza pandemica, dopo lunghi periodi di segregazione a causa dei vari lockdown, unita ad una maggiore attenzione al distanziamento rispetto ad oggi, aveva spinto molti cittadini a valutare la bicicletta come alternativa al mezzo pubblico. A questa scelta avevano sicuramente contribuito le campagne informative istituzionali che sconsigliavano l’auto privata quale risposta unica, paventando mega ingorghi e situazioni di traffico insostenibile. Orbene, dopo questo primo periodo di smarrimento, del quale la ciclabilità si è avvantaggiata, ci sembra di osservare che stiamo lentamente ma inesorabilmente scivolando verso il tanto temuto “peggio di prima”. Non abbiamo dati per affermarlo (l’amministrazione li ha e sarebbe interessante conoscerli), ma la sensazione è di netto peggioramento. Al netto delle già accennate variazioni di picco e in attesa che il nuovo contaciclisti di Corso Porta Nuova accumuli uno storico di conteggi statisticamente significativo, le nostre osservazioni evidenziano che il numero dei ciclisti rimane sostanzialmente invariato, quando non in leggera flessione, sul breve periodo, e molto in calo, invece, se confrontiamo i dati con la situazione ante 2014.
Le nuove corsie ciclabili sono già sbiadite in più punti; le nuove piste cittadine (con qualche lodevole eccezione) non sono ancora terminate o mancano ancora di importanti connessioni; l’automobile, infine, è ancora troppo presente nei cuori e nelle abitudini dei nostri concittadini. I nostri volontari ai varchi hanno osservato quasi unanimi un permanere di aspetti critici per la circolazione ciclistica, tanto da arrivare a dichiarare che in alcuni punti (come ad esempio la “camera a gas” di Ponte Navi) «è quasi un miracolo osservare che ci sia ancora chi si ostina a pedalare». Siamo sicuri che i recenti provvedimenti a favore della ciclabilità vadano nella giusta direzione, e continuiamo a sostenerli convintamente, ma è altrettanto innegabile che
la velocità di questa transizione è ancora troppo lenta.
Ricordiamo inoltre che uno dei migliori incentivi alla ciclabilità, è la creazione di infrastrutture continue e sicure, il che richiede necessariamente una redistribuzione degli spazi stradali e un ridimensionamento della quota modale riservata alle auto attraverso politiche disincentivanti degli spostamenti privati a motore.
(da Ruotalibera 172 – ottobre-dicembre 2021)