Racconti di viaggio

La Bretagna del sud

Un biciviaggio FIAB lungo ciclabili da sogno nelle terre ricche di storia e archeologia, tra coste selvagge e oceano, abitati suggestivi e paesaggi che hanno da sempre incantato pittori e letterati

È lungo il viaggio in pullman per arrivarci, ma appena scesi si capisce subito che ne vale la pena.

Già la cittadina di Quimper, lungo l’Odet, storica capitale della Cornovaglia, fondata dai romani, in cui arriviamo nel mezzo di un festoso “gay pride”, ci accoglie con il suo centro storico dalle tipiche case a graticcio, la cattedrale gotica e coi suoi menù a base di pesce, “moules” (cozze) e ostriche. Il giorno seguente, raggiunto Concarneau (in cui Simenon ha ambientato due romanzi), si visita la suggestiva “Ville close”, un’isola fortezza nel porto, voluta dal Generale Vauban nel 1577 e collegata alla terra da un ponticello.

Da qui inizia il percorso in bici verso Lorient lungo la ciclabile Nazionale V5, passando accanto alla Chapelle Saint Philibert, con fonte battesimale all’aperto, una costruzione in pietra veramente suggestiva: si arriva così alla riva dell’Oceano e, costeggiando tra splendidi scorci marini, infine a Lorient con i poderosi bunker tedeschi per i sottomarini, triste ricordo di una tragica guerra. Lungo il percorso è sorprendente la vista dei fiori, molto curati dagli abitanti, con cespugli di ortensie dai colori intensi, che adornano le case bretoni, tutte bianche, tutte con il tetto molto pendente a due falde, tutte con le facciate coronate dal camino centrale, portato sopra la linea del colmo per esigenze di tiraggio in un clima molto ventoso.

Bici sul catamarano

Da Lorient, la mattina successiva si parte verso la bella penisola molto stretta sulla cui punta sorge Quiberon: un percorso lungo una costa frastagliata (Cote sauvage), con rocce e spiagge sabbiose che, dopo alcuni tratti su una provinciale, si snoda lungo una via verde di rara bellezza, con il fondo che varia dalla terra battuta a quello di un sentiero tra i boschi. E’ suggestivo trovarsi con il mare su due lati in una terra abitata da antichissime popolazioni di cui restano come unico documento storico alcuni “menhir”. Poi la giornata “clou” del viaggio: ci imbarchiamo tutti, assieme ad una quarantina di bici su un bellissimo catamarano dotato di randa, di fiocco e di spinnaker per raggiungere la magica “Belle Ile”, immortalata soprattutto da Claude Monet con i celebri quadri dedicati alle “aiguilles” cioè agli splendidi faraglioni appuntiti circondati da un mare dalle trasparenze incredibili.

Il mare di Belle Ile

Con le bici si visitano i punti più belli dell’isola, con il celebre faro, la casa fortezza di Sarah Bernard, Port Coton, Pointe des Poulains e le accoglienti spiagge sabbiose, dove i più audaci si bagnano. Infine, sazi di sole, di oceano e di bellezze straordinarie, rientriamo con il catamarano a Quiberon nel nostro hotel dopo aver gustato specialità marinare nei ristoranti lungo la riva.

Ma le sorprese non sono finite: il giorno dopo si parte in direzione di Vannes passando per Carnac con la sua suggestiva distesa di “menhir” dalle misteriose origini che richiede una visita guidata ai celebri megaliti tra cui il più grande della storia, lungo 23 metri, spezzato da un terremoto, i tumuli e il celebre “dolmen”con la “Tavola dei mercanti”. Attraversato un tratto di mare con traghetto, si giunge a Port Navalo e da qui su una ciclabile molto varia si giunge a Vannes.

Vannes prende il nome da “Civitas Venetorum”, come l’ha chiamata Giulio Cesare che riuscì a sconfiggere questa popolazione celtica fiera e potente nel 56 a.C. distruggendone la flotta con il ricorso all’alleanza delle popolazioni rivali dei “veneti” e riducendola in schiavitù. Vannes è una città di straordinaria suggestione con la cinta di mura medioevali dotate di torri e porte ben conservate e valorizzate dai giardini assai curati inseriti nei valli. La “Place des lices” ricorda i tornei (cioè le lizze) del periodo dominato dai Duchi di Bretagna che hanno avuto il potere per 6 secoli, fino all’annessione al Regno di Francia nel 1532. Anche questo centro storico è caratterizzato da case a graticcio policrome, viuzze e piazzette assai ben conservate.

Il Castello dei Rohan a Pontivy

Lasciata la bella Vannes ci si avventura verso Pontivy lungo un percorso collinare, incontrando anche un “menhir” nel bosco, lungo il corso sinuoso del fiume Blavet. Pontivy ha subito danneggiamenti e incendi in seguito alle guerre napoleoniche. Napoleone l’ha risarcita a modo suo trasformando la parte distrutta in una “Napoleonville” tracciata con criteri urbanistici “moderni” con piazza d’armi, vie larghe in un reticolo ortogonale. La toponomastica è tutta dedicata alle battaglie vinte da Napoleone. A questa parte di città si contrappone il vecchio centro storico con le case dei secoli precedenti.

Ciclabile verso Rennes

Lasciata Pontivy in pullman si giunge a Messac da dove si riparte in bici verso Rennes: è difficile descrivere la bellezza di questa ciclabile lungo la “Vilaine” con il corso sinuoso, le rive boscose ed un paesaggio di rara bellezza. Il percorso abbastanza breve permette una bella visita con guida alla città di Rennes, antica corte del regno di Bretagna dal passato celtico e romano, con il suo centro storico straordinario, con la sua grande cattedrale. Le bici vengono caricate e il giorno successivo si parte in pullman per Digione.

È sabato pomeriggio quando si giunge in città in piena “Festa della vigna” con balli in piazza, gruppi folkloristici regionali e musiche popolari. Sembra fatta apposta per noi per coronare in bellezza questo fantastico ciclotour. Il ritorno in Italia in pullman è stato accompagnato dal racconto delle impressioni e dei ricordi dei partecipanti e da un lungo e sentito applauso a Michele Mutterle, a Saverio, al bravissimo Walter e a tutti gli organizzatori.

(da Ruotalibera 177 – gennaio-marzo 2023)

Per chi volesse vivere una sintesi del viaggio, su Youtube si trova una fotocomposizione di 36 minuti con musiche di Bizet, comprendente oltre alle immagini e i percorsi, i quadri di Monet, un ballo popolare bretone e i saluti dei partecipanti: basta cliccare su https://youtu.be/rn9Lp3dw_Gw (NdR: oppure guardare il video in fondo a questa pagina, direttamente).


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Franco De Grandis

Ama la matematica, "gioca" con i numeri... ed è ingegnere strutturista al 100%, tanto da proseguire la sua assai proficua e longeva attività professionale malgrado gli "...anta" ormai raggiunti e superati. Ma ama anche la storia, la poesia e la musica, soprattutto il melodramma, e con l’amata consorte segue assiduamente gli eventi e gli spettacoli lirici veronesi. Apprezza assai il ritmo dei pedali e in città si muove esclusivamente in sella alla sua fida bicicletta. Ogni anno puntualmente partecipa ad almeno una ciclovacanza (rigorosamente FIAB) raccontando l'esperienza in dettagliati reportage e realizzando accurati e bellissimi filmati completi di colonna sonora, che si possono leggere e apprezzare sul nostro sito.
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