Racconti di viaggio

Jesolo: relax e buona compagnia

Quando si dice prendersela con calma!

È con questo spirito che è partita questa (ciclo)vacanza. Sì, abbiamo pedalato, ma senza affanno. Già dalla partenza da Verona (alle 8:30!) complice il breve tragitto che ci portava a Quarto d’Altino, era chiaro lo spirito che avrebbe aleggiato su questi 4 giorni. Sicuramente è stata anche una vacanza all’insegna dell’acqua. La vacanza era stata studiata da Giorgio, nostro instancabile vicepresidente, prendendo spunto dai due fiumi che arrivano a Jesolo, il Sile e il Piave; poi non potevano mancare le lagune e i paesi che si affacciano su queste via d’acqua.

IL contesto

Il Sile ci ha accompagnato da Quarto d’Altino passando da Portegrandi, a Caposile per poi superare Jesolo paese e dopo qualche chilometro arrivare alla sua foce a Jesolo Lido. Il tratto da Portegrandi a Caposile, dove abbiamo fatto la prima sosta in un delizioso bicigrill, costeggia su facile sterrato a destra il Sile a e sinistra la laguna con uno scenario impareggiabile.

Dovete sapere che il tracciato attuale del Sile è il vecchio alveo del Piave che la Serenissima Repubblica ha provveduto nel tempo a spostare più a est per impedire che i detriti trasportati dal fiume compromettessero la laguna. Pedalati i primi 43 chilometri senza incontrare di fatto anima viva, gli ultimi 2 ci immergono nella Jesolo vacanziera con la ciclabile che ci porta all’albergo. Jesolo ha sviluppato una notevole rete di ciclabili. L’hotel 4 stelle Vidi Miramare & Delfino (sì, ci siamo trattati bene) è stata la base dei tre giorni successivi, quindi nessun problema di valigie da fare e disfare, con la possibilità di passeggiare in spiaggia, fare il bagno, usare la spa dell’hotel ecc ecc (che vitaccia!).

Come poteva iniziare il secondo giorno? Tranquilla partenza alle ore 9:00 in direzione Punta Sabbioni. Ritornati alla foce del Sile ci addentriamo nella ciclabile che costeggia la laguna. La ciclabile è stata costruita a sbalzo sulla laguna fino a Cavallino: è percorribile solo per il primo tratto ma sta per essere ultimata. Superato Treporti ci addentriamo nella parte più interna e più spettacolare della laguna fino a Lio Piccolo. Qui facciamo il percorso più selvaggio di tutta la vacanza su un viottolo sterrato che ad anello ci immerge letteralmente nella laguna, a tratti è così stretto che ci sono le indicazioni di condurre a mano la bici (non si sa mai, con l’acqua su entrambi i lati). Sosta a Punta Sabbioni con foto di rito al molo di una delle tre bocche di porto della laguna. Questa è quella che confina con il lido di Venezia.

Ciclabile Cavallino

Da qualche parte, sott’acqua, qui vicino, ci dovrebbe essere anche il Mose. Ma bando alle ciance, ci aspetta la visita guidata alla batteria Pisani, una fortificazione della Prima Guerra Mondiale, parte di una articolata linea di forti, ma l’unica visitabile, a difesa di Venezia. Il restauro è stato eseguito con cura ed il percorso museale fa capire bene come operavano i militari. Il mare però ci sta aspettando, e neanche una foratura, riparata a tempo di record, ci rallenta il ritorno. Alla fine sono 65 chilometri.

Lungo il Sile

Terzo giorno. Di già? Solito orario “vacanziero” ma questa volta in direzione Caorle. Arriviamo a Cortellazzo dove sfocia il Piave che i cartelli in loco ci ricordano essere “fiume sacro alla Patria” (in sostanza Jesolo Lido è compreso tra le foci del Piave e del Sile). Qui attraversiamo uno degli ultimi ponti su barche, a pedaggio ma non per le bici. Il tragitto è un po’ articolato, purtroppo non c’è una ciclabile diretta per arrivare alla zona balneare, e superato Eraclea Lido arriviamo al pittoresco paese di pescatori di Caorle che è rimasto sostanzialmente integro nel suo nucleo storico. La sua famosa chiesa sulla spiaggia e il campanile in una delle caratteristiche piazzette la rendono immediatamente riconoscibile.

I Casoni

Liberi tutti, chi va a fare il bagno, chi si “consola” con una zuppa di pesce, le gelaterie non mancano ma alle 14:00 tutti pronti, in sella alla bersagliera che ci sono i Casoni da vedere. I Casoni sono le caratteristiche costruzioni in paglia e canne che si affacciano sulla laguna di Caorle usate dai pescatori come casa e riparo fino dai tempi più remoti. Il rientro è tra campagne e canali su strade senza traffico riattraversando il nostro ponte di barche in tempo per l’ultimo bagno.

Sì, perché domani è già l’ultimo giorno. Si parte di buona lena, si fa per dire, alle 9:30. Ritorniamo a Cortellazzo ma stavolta rimaniamo sulla sua destra orografica lungo il corso del Piave su una ciclabile sterrata che si affaccia sulle rive del fiume, con begli scorci tra il fiume e le coltivazioni nella golena, destinazione San Donà di Piave. In una Eraclea un po’ scialba e deserta ci rifocilliamo prima di arrivare a San Donà, decisamente più bella di Eraclea ma ugualmente deserta (erano tutti al mare, contrariamente a noi che abbiamo dovuto dirgli ciao). Al rientro a Verona la soddisfazione dei partecipanti era palpabile e, fortunatamente, anche gli accompagnatori sono stati apprezzati, ma un gruppo così bravo, simpatico e omogeneo per andatura e tempistica ha facilitato tutto. Un plauso a Domenico e a Sandra che con il loro tandem sono stati i numeri uno.

Dimenticavo. La novità di questa vacanza era proprio nei due accompagnatori, Giuseppe ed io, che per la prima volta si cimentavano alla guida di una ciclovacanza. Ci siamo equamente divisi i compiti di staffetta e scopa con reciproca soddisfazione. Visto il successo, Giorgio ci ha ingaggiato per una nuova ciclovacanza dal 15 al 18 settembre sul percorso della Pedemontana Veneta.

Vi aspettiamo.

(da Ruotalibera 175 – luglio-settembre 2022)

Foto di Luca Reani



 

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Luca Reani

Ciclista impenitente dai tempi delle elementari. Il suo motto è: per andare in bici serve soprattutto la voglia! La pioggia, il freddo, il caldo, il vento, il traffico (eccetera, eccetera...) sono solo scuse.
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