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La salute delle rastrelliere portabiciclette

Per la campagna di rilancio del servizio di Registrazione e Marchiatura Biciclette, realizzata dal Comune di Verona (ricorderai lo slogan che ancora si vede in giro “Marchiatura bici – Se è la tua si vede!”) sono state realizzate cartoline e adesivi. Entrambi i supporti sono stati utilizzati e distribuiti nei contesti opportuni.

ADESIVI

Abbiamo utilizzato gli adesivi in vinile a disposizione (robusti e durevoli, prodotti a misura idonea per questo scopo) per sostituire sulle rastrelliere cittadine i precedenti in carta, ormai danneggiati e resi illeggibili dall’usura del tempo, come si può osservare dalle due immagini a lato.

La nuova versione, chiara e colorata, con un’icona simpatica e sorridente, ammicca al ciclista, attirando inevitabilmente lo sguardo e proponendosi ai cittadini che stanno parcheggiando le loro biciclette per una più attenta lettura. Condizione di gratuità, luogo del servizio e orario di apertura, sono le informazioni che dovrebbero richiamare l’attenzione e la curiosità degli utenti, per una rivitalizzazione del servizio. In effetti sono in molti, tra gli utenti più recenti a dirci di aver letto di questa possibilità proprio sulle rastrelliere comunali (“dove ha saputo del Servizio?”: lo chiediamo sempre). Per l’apposizione degli adesivi abbiamo utilizzato alcuni volontari ai quali abbiamo affidato diverse zone della città, a partire dal Centro Storico, per arrivare nei quartieri. Tutti gli adesivi a disposizione sono stati posizionati sui bei Portabiciclette Modello Verona, sia di nuovo sia di vecchio tipo.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

A tal proposito ci preme condividere una riflessione: in occasione di questa nostra “ricognizione completa” sullo stato di salute delle rastrelliere cittadine abbiamo avuto modo di osservare come vi siano molti (troppi) esempi di materiali usurati, in alcuni casi inutilizzabili, a causa soprattutto di posizionamenti non protetti, che le espongono agli urti delle auto in fase di parcheggio. Quanto sarebbe utile proteggerle con dei paletti! Non a caso, infatti, quelle nelle peggiori condizioni sono proprio quelle in linea con gli stalli di sosta, nelle quali si osservano quasi sempre il primo e l’ultimo modulo completamente sformati e inutilizzabili (due posti su sei inservibili: equivale al 33%, quando non peggio).

Diversamente, le rastrelliere poste su marciapiedi, slarghi, piazze e aree pedonali, sono perlopiù integre (vedi galleria qui sotto), salvo qualche caso di cedimento per l’allentarsi dei bulloni di tenuta, problema facilmente sanabile con qualche intervento di ordinaria manutenzione.

Uno dei punti di forza del “nostro” modello di rastrelliera, che in molti ci invidiano e che è ormai presente in molte città d’Italia (nella sua versione originale o in una delle tante “copie” esistenti), infatti, è quello della modularità: una manna in fase di progettazione degli spazi, ma anche un bel vantaggio per quanto riguarda i costi di manutenzione. La sostituzione degli elementi ammalorati, infatti, si presenta meno onerosa della sostituzione totale (sebbene abbiamo osservato che esistono anche nella nostra città alcune versioni, chiaramente non originali, ove questa modularità non è più presente). Tuttavia ci spiace dover osservare che il tema della manutenzione di questo importante elemento di arredo urbano, accessorio sostanziale per la promozione di politiche virtuose di mobilità, non sia tra gli interessi primari dell’Amministrazione.

A titolo di esempio, e solo restando in Centro Storico, riportiamo tre tra i casi più gravi, quali:

  • via Oberdan, angolo vicolo Rensi (quasi un rottame, con tutti i rebbi storti, rotti o mancanti);
  • vicolo Sabbionaia (i rebbi tutti tranciati, forse da un’auto esuberante, sono a terra e lungo il muro);
  • via Roma, angolo vicolo Miracoli (una tra le più vecchie, sempre piena, rotta da mesi, con il pezzo mancante appoggiato alla rastrelliera di piazza Pasque Veronesi).  [rilevazione aggiornata al settembre 2019]

L’elenco sarebbe lunghissimo (ci sono poi anche le rastrelliere “privatizzate” dentro a recinzioni, quelle inservibili perché girate verso il muro -magari per recuperare uno stallo di sosta per le auto-, quelle sostituite con modelli “non omologati” -forse perché fastidiose-, eccetera, ma qui si aprirebbe un altro ponderoso capitolo…).

Chiudiamo questo rapporto con un breve resoconto fotografico (non esaustivo) di alcuni tra i principali problemi di manutenzione delle rastrelliere:

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Luciano Lorini

Veronese, classe 1967. Informatico di professione, coltiva mille passioni con cui impiega il sempre troppo poco tempo libero: musica, lettura, cinema e teatro, oltre a computer e bicicletta. Cittadino attento e sensibile, si interessa alla vita sociale e politica e pedala per la città perché crede nella bici come viatico per un maggior benessere, individuale e collettivo.
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