Le nostre attività

Dal risotto al tastasal al cotechino d’agosto

Non solo pedalate tra paesaggi mozzafiato

Il gruppo FIAB di Isola della Scala è certo uno dei più attivi della provincia veronese. Ogni settimana il presidente Gianfranco Patuzzi propone ai suoi soci un’uscita con mete quasi sempre nuove e sempre apprezzate. Nella seconda metà di agosto ha messo a segno un ambo vincente su tutte le ruote (di bicicletta naturalmente!): Lumini e Madonna delle Grazie-Mantova. Due itinerari completamente diversi ma entrambi capaci di sollecitare interesse e meraviglia.

LUMINI

Nel comune di San Zeno di Montagna, è un piccolo agglomerato di case a circondare la sua chiesa a circa 800 metri sul livello del mare. Non proprio una passeggiata per il gruppo che si era dato appuntamento al bicigrill di Affi a quota 100.

Raggiunta Caprino – attraverso la ciclabile 4X4 che ti permette tra l’altro di sentire il respiro pesante delle pale eoliche di Rivoli e Affi e di misurare la loro impressionante altezza – è cominciata la scalata: sette chilometri di salita costante con tratti che superano il 10 per cento. Quindi ogni occasione per prendere fiato è stata la benvenuta: per salutare le caprette rosse al pascolo presso Rubiana o per scoprire il primo punto panoramico da dove all’orizzonte compare la striscia azzurra del lago di Garda; per riempire la borraccia alla vecchia fonte che ti aspetta a metà percorso o per fermarsi ad ammirare, ormai vicino alla meta, l’idilliaco quadro delle mucche al pascolo sui verdissimi prati e ascoltare il concerto dei campanacci. E sempre accompagnati dalle farfalle che, incuranti del pericolo, si avvicinano troppo alle ruote.

Quando gambe e batterie cominciano a dare segni di stanchezza ecco finalmente il cartello “Lumini” e lì dietro la sagoma della chiesa con l’area verde vicino all’abside pronta ad ospitarci. È diventato ormai un appuntamento tradizionale che si ripete ogni anno: qui ci aspettano don Gianluigi Limina – che trascorre nel paese le sue ferie estive –, i casari che forniscono soppressa e formaggi e Angiolino, il nostro risottaro privato che in auto ci ha preceduto portando tutto il necessario per la sua “esibizione” e quanto altro (vino, dolci, anguria ) per rendere più gradevole la sosta.

Il ritorno, via San Zeno di Montagna, è una veloce, piacevole discesa accompagnata da susseguirsi continuo di immagini-cartolina del lago di Garda, visto da altezze diverse, che ti obbligano a fermarti e a far lavorare la camera del telefonino. A Castion ci aspetta la nuova pista ciclabile che porta senza interruzioni sino ad Affi.

MANTOVA

Si parte da Isola della Scala per imboccare un tracciato completamente diverso dove l’unica asperità è un cavalcavia che supera l’autostrada. Si pedala lungo stradette a volte sterrate che fiancheggiano sterminati campi coltivati. Il riso la fa da padrone nei primi chilometri con le sue spighe rossastre ed è impressionante il numero di uccelli acquatici, soprattutto garzette, che riempiono di punti bianchi i terreni dove è già completato il raccolto. Mano a mano che ci avviciniamo a Curtatone il colore dei campi cambia, diventa il verde intenso della soia e gli uccelli lasciano il posto alle nutrie.

L’arrivo ai laghi di Mantova che ti sbucano davanti all’improvviso ti fa restare senza fiato. Dei fiori di loto ormai resta solo qualche piccola macchia rosa ma la massa delle enormi foglie, che assolutamente impermeabili trattengono le gocce di rugiada facendole diventare diamanti ai raggi del sole, sembra vincere la battaglia con l’azzurro delle acque.

Santa Maria delle Grazie ci accoglie con il pavimento del piazzale ancora trasformato in una enorme pinacoteca all’aperto per le opere dei “madonnari” che hanno lavorato nel giorno della festa il 15 agosto. L’interno del santuario è inaspettato, strabiliante e impossibile da descrivere. Ogni tentativo lo sminuirebbe. È un appuntamento da non perdere.

Come quello con la specialità culinaria del posto: il cotechino. Mangiare il cotechino in pieno solleone sembra un controsenso. E così era sembrato ad un gruppo di turisti che il 15 agosto del 1954 – secondo la tradizione – si era recato in un ristorante vicino al santuario e si era sentito dire che l’unico piatto rimasto era il cotechino. “Non è il cotechino che conoscete. È diverso. Si mangia volentieri anche a Ferragosto” cercò di convincerli il ristoratore. E così il gruppetto si sedette a tavola… e il piatto ebbe un gran successo. Da allora il cotechino di Santa Maria delle Grazie ne ha fatta di strada: è diventato a denominazione comunale e viene preparato secondo un preciso capitolato. Si può produrre solo nella piccola zona di Curtatone e ha mantenuto il suo segreto.

Dopo la sosta pranzo e, sollecitata dal Lambrusco, la siesta nella zona verde dietro il monastero, il gruppo è pronto per il ritorno. Ma a Mantova hanno appena inaugurato l’area giardino accanto al Palazzo Tè di Giulio Romano. Vale la pena allungare un po’ il percorso, sempre piacevole lungo il bordo dei laghi, per rendersi conto di come la zona è stata valorizzata con fontane, tranquilli angoli di sosta, alberi, percorsi per brevi passeggiate. Per tornare infine sul tracciato dell’andata con un’altra simpatica scoperta: una ciclabile in mezzo ai boschi che, molto meno conosciuta di altre, costeggia la parte nord est dei laghi. La chicca finale di una splendida giornata lunga… 83 chilometri.

di Adalberto Minazzi
(da Ruotalibera 180 – ottobre-dicembre 2023)


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Redazione Ruotalibera

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