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Verona in un mondo che pedala: una giornata per parlare di futuro

Com’è andato il convegno in cui l’amministrazione ha anticipato i suoi programmi ciclabili

In occasione della SEM (Settimana Europea della Mobilità, 16- 22 settembre 2023), per l’amministrazione Tommasi è giunto il momento di parlare, dopo circa un anno e mezzo dall’insediamento, del programma infrastrutturale – ambizioso sia per investimenti che per risultati attesi – con cui nel prossimo biennio intende estendere e ricucire la rete ciclabile cittadina di Verona.

Per questo, grazie al supporto di AGSM AIM Energia, nel pomeriggio di giovedì 28 settembre è stato organizzato con noi di FIAB Verona il convegno “Verona in un Mondo che Pedala”, dove un’anticipazione delle linee essenziali di questo programma è stata preceduta da una serie di interventi di alto livello sui vari aspetti che contribuiscono allo sviluppo della mobilità sostenibile in ambito cittadino.

In una gremita sala Farinati della Biblioteca Civica sono stati invitati a parlare Elisa Gallo, giornalista e attivista torinese, esperta di comunicazione e membro del consiglio nazionale di FIAB; Andrea Colombo, esperto di mobilità sostenibile, già assessore a Bologna e attualmente project manager della Fondazione Innovazione Urbana promossa da comune e università felsinei; Matteo Dondé, architetto milanese tra i principali progettisti di sperimentazioni urbane; e Roberto Di Bussolo, ingegnere responsabile del settore Mobilità Sostenibile del Comune di Venezia. Dopo l’intervento conclusivo di Tommaso Ferrari, assessore a Mobilità e Transizione ecologica del Comune di Verona, è stato dato spazio a numerose domande e considerazioni da parte del pubblico. L’incontro è stato moderato dal consigliere comunale Michele Bresaola.

Diamo ora un breve resoconto dei singoli interventi, tutti di particolare interesse e suggestione.


Elisa Gallo
Parlare di bicicletta nel modo giusto

C’è un duplice punto di partenza per una buona comunicazione: da un lato capire che per la gente non è facile uscire da una visione ancora auto-centrica, dunque ci vuole pazienza e attenzione ad argomenti e toni; dall’altro l’evidenza che il traffico a motore causa inquinamento atmosferico e pericolosità stradale con morti e feriti, dunque urge trovare una via d’uscita che ridia qualità di vita alle nostre città. Ora, il fatto che questa via d’uscita sia proprio l’investire in mobilità sostenibile ridistribuendo più democraticamente lo spazio stradale e liberare spazi per la socialità sottraendoli via via a parcheggi e traffico non è immediato da comprendere, ma va fatto capire con una scelta accattivante di termini e immagini che stimoli l’immaginazione e generi desiderio. Questa comunicazione deve essere fatta “prima-durante-dopo” un evento: ovvero prima (annunci dati nei modi e tempi giusti), durante (cronaca e visibilità) e dopo (parlare di com’è andata soffermandosi sui lati di successo). In generale, poi, attenzione al tono che si usa: più che di “ciclisti”, “automobilisti”, “pedoni” etc meglio parlare di “persone che usano la bici, l’auto, che vanno a piedi”; parlare di mobilità “sostenibile/attiva” anziché “dolce/lenta”; preferire una visione positiva alle polemiche e critiche.

 


Andrea Colombo
La Città 30 per le persone

La grande maggioranza degli incidenti avviene nelle città, ed è causata principalmente da velocità e distrazione; essere investiti a 50 km/h è come cadere dal terzo piano di un palazzo, si muore 9 volte su 10, mentre a 30 km/h è come cadere dal primo piano, i tassi si invertono. Tutto questo spiega perché è necessario andare verso la Città 30. Tuttavia, come una buona torta, la Città 30 deve essere preparata con quattro ingredienti tutti importanti: Regole, Controlli, Ridisegno di spazi e strade, Comunicazione e condivisione. 1. Regole: mentre prima i 50 km/h erano la norma e i 30 l’eccezione (nelle Zone 30), ora i 30 sono la norma e i 50 l’eccezione (solo in alcuni assi di scorrimento, dove serve separare i diversi tipi di utenti della strada). 2. Controlli: necessari, ma meglio spostare la Polizia Locale nelle zone a 30 km/h dove la gente vive, lasciando eventualmente rilevatori automatici di velocità negli assi di scorrimento a 50 km/h. 3. Modificando la struttura di strade e spazi pubblici a vantaggio delle persone (Bologna ci investirà qualcosa come 24 mln€ nel prossimo triennio), la Città 30 più che “essere” un limite mostra che in realtà con essa vengono tolti tanti limiti: si può tornare ad andare a scuola a piedi o in bici, a godere di spazi prima monopolizzati da stalli di sosta e traffico caotico, e così via. 4. Servono campagne di qualità per contenuti e forma, con grafiche accattivanti e modulabili; per questo progetto (si veda il sito www.bolognacitta30.it) il claim generale è “Più spazio alle persone” che però può essere rimodulato come “Più spazio a chi va in bici” etc.


 


Matteo Dondé
Mettere la gente al centro delle nostre città

A causa dell’inopinato ritrovamento di un ordigno bellico nei paraggi di Brescia, il traffico ferroviario sulla linea Milano-Verona è stato bloccato impedendo a Matteo Dondé di raggiungere il convegno; tuttavia con un collegamento telefonico è stato possibile sentire almeno a voce qualche minuto di quanto egli voleva mostrarci. E l’intervento di Matteo è stato come al solito ricco di dati che spiegano la necessità di svoltare quanto prima verso un modello di città più a misura delle persone. Visto che l’80% dello spazio pubblico delle nostre città è dato dalle strade, è proprio dallo spazio stradale che questa svolta deve partire, affinché ad esempio i bambini tornino ad andare a scuola da soli (ora da noi sono il 7%, contro l’oltre 40% di Germania e Inghilterra dove i morti per incidenti sono percentualmente meno della metà che da noi). La svolta sulle strade, che deve puntare alla riduzione di velocità e a una “democratizzazione” dello spazio – ora per l’80% dedicato alle auto – può magari avvenire tramite un intervento di urbanismo tattico (se ne vedono vari nel sito www.matteodonde.it) che trasforma una zona di traffico o parcheggio in una zona calma e gradevole, ricca di colori e adatta agli incontri personali e al gioco dei bambini.


 


Roberto Di Bussolo
Venezia e la mobilità, una sfida di sostenibilità tra acqua e terraferma

Chi parlando del Comune di Venezia pensa solo alla città storica sull’acqua con le gondole sul Canal Grande non considera la grande estensione della sua parte di terraferma, che attorno a Mestre raccoglie un vasto agglomerato urbano densamente abitato e infrastrutturato. Da quasi un trentennio, su questa ampia parte di terraferma le amministrazioni di ogni colore politico hanno investito importanti risorse per creare una rete ciclabile continua e capillare; tuttavia, nonostante l’ingente sforzo in infrastrutture ciclabili le loro percentuali di utilizzo non decollavano come atteso. Allora la città si è cimentata in un ulteriore sforzo di social marketing per stabilire in città un clima bikefriendly anche al di là della mobilità ciclistica, coinvolgendo per quanto possibile gli stessi cittadini: esempi ne sono il progetto “La mia Scuola è in Classe A” per la messa in sicurezza e abbellimento delle strade scolastiche su idee dei ragazzi e loro genitori; e il vasto programma “Venezia in Bici” con una miriade di iniziative culturali e materiali, tra cui ad esempio un gradito bike sharing comunale fatto in soli tre mesi durante il periodo del Covid e oltre 500 rastrelliere “modello Verona” distribuite su tutto il territorio comunale. Non viene comunque trascurato l’impegno parallelo di estendere e completare la rete ciclabile con percorsi di alta qualità perlopiù separati dal traffico, con grande cura della continuità e dell’evidenza di attraversamenti e intersezioni con esteso uso della colorazione dell’asfalto, sia per aumentare la sicurezza che per gratificare chi sceglie di muoversi in modo sostenibile.

 

(da Ruotalibera 180 – ottobre-dicembre 2023)


ALTRI ALLEGATI

Il video integrale del convegno

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I video sulla ciclabilità a Venezia-Mestre (Roberto Di Bussolo)

Piste ciclabili – Comune di Venezia

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Video Social – Rivista BC – Dossier Comune di Venezia città ciclabile

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Video Social – In bici dal centro di Mestre a Forte Mezzacapo

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Venezia in bici 2022 – Le escursioni in bici

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Venezia in bici 2022 – Settimana Europea della Mobilità

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