El canton del Bepo

A scoppio, diesel o elettriche?

Da bambino andavo a scuola a piedi, da solo o con amici della mia età, percorrendo due chilometri, di cui uno lungo la statale 10, Padana Inferiore. I grandi la chiamavano “el stradon” e ci raccomandavano di stare molto attenti al traffico. Capitava, infatti, che potessimo incontrare qualche auto e magari un camion. Per il resto erano pedoni, ciclisti e carretti.

A distanza di sessant’anni e oltre, il famoso “stradon” sembra una stradina. Spogliato della doppia fila di platani che lo ombreggiavano e lo delimitavano ma gli davano anche un’aria di grandiosità, specialmente nei lunghi rettilinei, e interrotto da rotatorie ogni cinquecento metri è diventato un corridoio anonimo stretto tra due file ininterrotte di case, negozi e capannoni.

Un corridoio affollatissimo di auto di ogni forma e cilindrata, dove non sarebbe possibile né sensato permettere a chiunque, bambino o adulto, transitare a piedi o in bicicletta. Auto e camion, camion e auto, in movimento o parcheggiati in ogni spazio, consentito o non consentito. Sui social e sui giornali esplode ad ogni inverno il problema dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città. Vengono prese di mira le discutibili misure prese dalle Amministrazioni comunali contro i veicoli inquinanti.

Puntualmente esce la soluzione futura del problema: le auto elettriche.

Siamo salvi?

Mi permetto di dubitare grandemente. L’inquinamento dell’aria è solo uno degli aspetti negativi dei veicoli a motore. L’adozione del motore elettrico contribuirà, forse, a migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città. Forse. Ma sia chiaro che le auto elettriche occupano lo stesso spazio delle auto con il motore a scoppio o diesel, intasano le strade allo stesso modo, rovinano la qualità di vita dei cittadini allo stesso modo e, soprattutto, ammazzano persone allo stesso modo.

Solo più silenziosamente.

(da Ruotalibera 162 – aprile-giugno 2019)

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima dell'attuale Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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