Percorsi in Valpolicella e Valdadige: Itinerario 48
Negarine, Castelrotto, Corrubio, San Floriano, Villa Galtarossa, Bure, Gargagnago, Sant’Ambrogio di Valpolicella
Nella rete ciclistica della Valpolicella e Valdadige, l’itinerario 48 utilizza alcuni percorsi ciclopedonali, sterrati e strade asfaltate a basso traffico automobilistico, mettendo in comunicazione alcune delle località più suggestivie nel cuore della Valpolicella. Percorso ondulato con brevi sterrati, che porta a vedere alcune delle valenze storiche e paesaggistiche più caratteristiche della Valpolicella come le pievi di San Floriano e San Giorgio Ingannapoltron, veri e propri scrigni che racchiudono al loro interno ed espongono al loro esterno preziose testimonianze romane e medioevali.
Il percorso inizia con una deviazione dal percorso 11 descritto in un precedente articolo all’altezza di Negarine, prima di Casette. Si sale, costeggiando la villa Sagramoso Sacchetti, verso il ben conservato borgo di Castelrotto su via Santa Maria in Valena con bei panorami. Poi ancora in salita su via Betelloni, dove a sinistra, murata in un muro di cinta troviamo una pigna funeraria romana. Castelrotto era abitato in epoca protostorica e nella vicina località archi vi erano edifici romani. Arriviamo a villa Betelloni dove Vittorio Betelloni ci ha cortesemente ospitato nella sua azienda agricola biologica, con una biciclettata ben partecipata nel 2016, e giriamo subito a sinistra su un’antico e caratteristico viottolo che costeggia villa Giona. Arriviamo a Cengia e superato il borgo prendiamo a sinistra dove inizia un percorso ciclopedonale in direzione di San Floriano, mentre proseguendo diritto il percorso 48A conduce prima a Pedemonte e poi a Negrar di Valpolicella.
Proseguiamo quindi sulla ciclopedonale del percorso 48: sotto il colle di Castelrotto, alla fine del percorso prima dell’incrocio, sulla sinistra possiamo notare l’azienda agricola biologica con un antico ciliegeto di Monte Dall’Ora di Carlo e Alessandra che ci hanno ospitato in varie edizioni di “Bici e Bio“. All’incrocio proseguiamo dritto su via Cà dell’Ebreo verso il Lenguin e poi verso villa Lebrecht. Ora sede universitaria, nel secolo scorso fu abitata dalla famiglia Lebrecht, importante membro della comunità ebraica veronese, e divenne un grande salotto per intellettuali e artisti agli inizi del ‘900.
Arriviamo alla vicina pieve di San Floriano, la cui prima attestazione risale al 905 con la facciata che ricorda quella di San Zeno. La pieve dedicata a San Floriano, si trova vicino al colle di Squarano dove secondo alcuni studiosi era edificato un tempio pagano dedicato alla dea Flora. Nei muri di San Floriano sono inseriti numerose lapidi e frammenti di epoca romana; probabilmente vicino alla pieve vi era anche una necropoli. Molti sono i frammenti di edifici romani e longobardi reimpiegati nella costruzione della pieve. Alcune grandi are funerarie romane (sul portale: Gaio Magio Optato, figlio di Gaio, al lato sinistro e Gaio Sevio Valeriano Esiano, figlio di Gaio al lato destro) sono state reimpiegate nella facciata, una rovesciata a testimonianza del trionfo del cristianesimo sul paganesimo. Fra i reperti riutilizzati, nel lato ovest della chiesa si può osservare un altorilievo con grifoni rampanti e càntaro.
Lasciamo la pieve in direzione del colle di Squarano (incrocio con il percorso MTB direzione Marano) con la villa Fumanelli, e finito lo sterrato attraversiamo l’incrocio (immagine in evidenza) in direzione di Ossan. Passiamo tra la villa Pullè e villa Costanza dove ritroviamo il percorso 11 e giriamo a sinistra sul viale sterrato dritto. Saliamo sul colle di San Pietro in Cariano arrivando a villa Cometti. Passiamo davanti alla chiesa e scendiamo su via Cariano, superando l’incrocio e girando a sinistra alla prima strada sterrata. Questa strada in mezzo ai vigneti ci permette, con un sottopasso sotto la tangenziale, di arrivare a Bure in sicurezza. A Bure prendiamo a sinistra in direzione di villa Serego Alighieri.
Arrivati alla villa (incrocio con il percorso 16A) giriamo a destra in direzione di Gargagnago. Proseguiamo in salita per un km, attraversando Gargagnago in direzione di San Giorgio Ingannapoltron: questa è la strada asfaltata meno trafficata che porta alla Pieve di San Giorgio. All’incrocio sucessivo, a destra in salita per un km, si arriva sul percorso 47 a San Giorgio ingannapoltron. Scendendo a destra per due km si arriva in discesa a Sant’Ambrogio di Valpolicella. Le epigrafi romane a San Giorgio sono ben 53. La pieve, famosa per il ciborio longobardo del settimo secolo, conserva tra le tante cose anche un’ara pagana con dedica a Sole e Luna. All’esterno della chiesa c’è il parco archeologico in cui sono visibili gli scavi di un insediamento e un’area produttiva risalenti all’età del ferro. In un edificio adiacente alla chiesa c’è l’Antiquarium che riunisce reperti protostorici, romani e altomedioevali rinvenuti nei pressi della Pieve, tra cui una stele del Pagus degli Arusnates risalente al I sec. a C.
Punti di interesse durante il percorso
Borghi attraversati: Negarine, Castelrotto, Cengia, San Floriano, Ossan, San Pietro in Cariano, Bure, Gargagnago, San Giorgio Ingannapoltron. Ville storiche: Sagramoso Sacchetti, Betelloni, Giona, Lebrecht, Fumanelli, Costanza, Pullè, Serego Alighieri. Percorso interamente tabellato della lunghezza di 16 km circa, con un dislivello arrivando a San Giorgio di circa 500 mt. Adatto a biciclette con gomme da sterrato. Si può fare in ogni stagione escludendo i periodi di pioggia. Occorre un minimo di allenamento. Il percorso alterna parti in sterrato di solito in buone condizioni, tratti asfaltati su strade a basso traffico e alcuni percorsi ciclopedonali.
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Immagine in evidenza: biciclettata “Non ci resta che spingere”